Saint Gervais, 2/01/2014
“Sono sempre stato al corrente della natura non regolare dei finanziamenti ai partiti e al mio partito; l’ho cominciato a capire quando portavo i pantaloni alla “zuava”.
In Italia il sistema di finanziamento ai partiti e alle attività politiche in generale contiene delle irregolarità e delle illegalità, io credo, a partire dall’inizio della storia repubblicana. Questo è un capitolo che possiamo anche definire oscuro della storia della democrazia repubblicana, ma da decenni il sistema politico aveva una parte, non tutto, del suo finanziamento che era un finanziamento diciamo di natura irregolare o illegale e non lo vedeva solo chi non lo voleva vedere e non era consapevole solo chi girava la testa dall’altra parte.
I Partiti erano tenuti a presentare dei bilanci in parlamento. I bilanci erano sistematicamente dei bilanci falsi. Tutti lo sapevano ivi compresi coloro i quali avrebbero dovuto esercitare funzioni di controllo nominati dal presidente della Camera, ma agli atti parlamentari non risulta che sia mai stata fatta una questione importante relativa alla veridicità dei bilanci dei partiti.
Né i partiti di opposizione contestavano i bilanci dei partiti di governo, né i partiti di governo contestavano i bilanci dei partiti di opposizione.
Il maggior partito di opposizione, mi riferisco al partito comunista, non è mai stato un partito povero, è sempre stato un partito ricco di risorse, talvolta si aveva l’impressione che ne disponeva più di quanto non ne disponessero i partiti di governo e aveva costruito in Italia la macchina burocratica più potente e più organizzata dell’intero mondo occidentale e per questo si avvaleva di un finanziamento che non proveniva tutto, ma proveniva in gran parte da fonti illegali. I contributi provenivano dall’interno e dall’esterno. Dall’interno provenivano da tutti gli enti in cui erano rappresentati come minoranza…. Un grande flusso proveniva dall’Unione Sovietica, dai Paesi del Comecon e del Patto di Varsavia e che costituiva una delle voci principali del finanziamento del Partito Comunista.
Sarebbe come credere che il Presidente della Camera, onorevole Giorgio Napolitano, che è stato per molti anni Ministro degli Esteri del Partito Comunista e aveva rapporti con tutte le “nomenclature” Comuniste dell’est a partire da quella dell’unione sovietica, non si fosse mai accorto del grande traffico che avveniva sotto di lui tra i vari rappresentanti e amministratori del partito comunista e i paesi dell’est. Non se ne è mai accorto! Cosa non credibile!”
Queste dichiarazioni sono di Bettino Craxi uomo politico italiano morto in esilio in Tunisia nel 2000 all’età di 67 anni e sono state fatte circa vent’anni fa non per strada o al bar, ma in un tribunale della Repubblica Italiana.
Per me si tratta di considerazioni sulle quali qualunque uomo politico dovrebbe riflettere.
Chi ha fatto politica e si è occupato di un partito o di un movimento politico deve ammettere che prima o poi è stato confrontato a problemi simili.
Tali dichiarazioni sono geniali. Tali dichiarazioni sono rivoluzionarie. Tali dichiarazioni sono la distruzione della demagogia. Mai nessuno ha avuto tanto coraggio. Un vero grande ultimo Presidente.
E’ un po’ con questo spirito che, noi del ’92, ci siamo presentati nelle procure raccontando quello che si sapeva con la speranza di dar vita ad un nuovo mondo in cui ogni cosa potesse essere fatta alla luce del sole e con l’accordo dei cittadini.
Siamo noi e non i procuratori ad aver fornito ai tribunali gli elementi che avrebbero potuto riformare l’Italia.
Non è stato così! Più di 5000 persone sono state eliminate in pochi giorni dalla vita civile senza processi, i veri responsabili hanno continuato a governare l’Italia per vent’anni con risultati ormai sotto gli occhi di tutti.
Partiti storici che affondavano le proprie radici nella società civile sono stati distrutti. La partecipazione dei cittadini al governo della cosa pubblica è stata eliminata.
Al loro posto sono nati movimenti settari e plutocratici che hanno portato avanti interessi di gruppi e di categorie e che hanno arricchito, questa volta veramente con i soldi degli italiani, i loro accoliti.
Gli ideali sono stati uccisi; le parole democrazia, libertà e giustizia sociale non significano più nulla; i valori che rendevano la vita degna di essere vissuta sono stati cancellati.
Come vorrei che qualcuno mi spiegasse perché Napolitano è presidente, perché Di Pietro è capo di un partito, perché Amato è giudice costituzionale, perché Craxi è morto in Tunisia, perché i 5000 sono stati eliminati e perché migliaia di dirigenti politici sono restati al loro posto pur essendo, a volte, ancora più responsabili degli altri.
Come vorrei che qualcuno mi spiegasse come mai sono rimasti quelli che hanno usufruito più di tutti dei nostri sacrifici, che non hanno rischiato nulla e che spesso, anziché usare i soldi che ricevevano per l’organizzazione del partito, li hanno usati per ristrutturare l’appartamento o per riparare l’automobile.
Come vorrei che un giorno tutti i politici non fossero più vittima del modo di pensare dei democristiani e del modo di pensare dei comunisti.
Tu non devi avere quello che non ho io è pensare in quel modo, tu sei fortunato è pensare in quel modo, tu sei bello è pensare in quel modo, tu non rispetti la magistratura è pensare in quel modo, tu hai una bella casa è pensare in quel modo, tu vedi un bel panorama è pensare in quel modo, tu sei elegante è pensare in quel modo, tu sei un lavoratore autonomo è pensare in quel modo, tu non sei un burocrate è pensare in quel modo, tu sei figlio di un senatore è pensare in quel modo, tu sei il segretario di Giuseppe Saragat è pensare in quel modo, tu sei un corriere delle tangenti è pensare in quel modo, tu sei un socialdemocratico è pensare in quel modo, tu hai abbandonato l’Italia è pensare in quel modo, tu hai lasciato le tue figlie è pensare in quel modo, tu hai tradito tua moglie è pensare in quel modo, tu non hai più amici è pensare in quel modo, tu sei un pregiudicato è pensare in quel modo, tu sei un francese è pensare in quel modo, tu ami Peres è pensare il quel modo, tu ami Matteotti è pensare in quel modo, tu ami Brandt è pensare in quel modo, tu ami Palme è pensare in quel modo, tu ami Craxi è pensare in quel modo.
Guai ai compagni che per un posto in Parlamento hanno venduto la loro anima a questo modo di pensare.
Sono nato socialdemocratico, ho vissuto da socialdemocratico e morirò socialdemocratico!
Merde, merde et encore merde!