Saint Gervais 13/03/13
Un sistema elettorale democratico.
Jean-Marc Ayrault, socialista e membro di un Partito glorioso che affonda le proprie radici nella storia europea, è stato eletto nella III circoscrizione della provincia Loire-Atlantique ed è stato nominato il 15 maggio 2012, dal Presidente della Repubblica Francese, Capo del governo: immediatamente ha dovuto dimettersi da deputato (la carica di ministro è infatti incompatibile con quella di parlamentare). Se domani in Francia dovessero celebrarsi nuove elezioni politiche Ayrault dovrebbe farsi rieleggere deputato nel suo collegio o comunque in un altro collegio (un aspirante alla camera può candidarsi in un unico collegio) e sarebbe messo a confronto con gli altri candidati della circoscrizione: quindi scelta politica, ma anche scelta personale. L’ultima volta che ho votato per la Camera dei deputati qui in Francia su un tavolo del seggio elettorale erano allineati 12 mucchietti di fogliolini diciamo 15×8 cm. Su ogni foglietto era stampato un nome e cognome con il partito di appartenenza. Bisognava scegliere un foglietto e infilarlo in una busta. Poi bisognava infilare la busta nell’urna. Niente matite, niente schede simili a lenzuola e facilità di presentazione delle candidature. Ognuno dei dodici candidati era presente solo nella sesta circoscrizione dell’Alta Savoia e solo uno di essi sarebbe stato eletto in base ai risultati ottenuti nel collegio e non altrove. Queste regole sono valide per chiunque . Penso che con un sistema del genere in Italia tutti i cosiddetti “leader” dovrebbero fare molta attenzione e molti dei partiti di oggi non esisterebbero ivi compresi certi movimenti “virtuali”. E già, perché il problema è si quello di scegliere delle idee, ma anche e soprattutto delle persone. Si deve sapere per chi si vota e chi è eletto deve tornare periodicamente a spiegare quello che ha fatto. Quello che intendo dire è che qui quando si vota per qualcuno si sa chi è, cosa fa, da dove viene e se ha delle società in Costarica ( non basta essere incensurati, a volte sono proprio gli incensurati i peggiori). A proposito che cosa sarebbe successo se, ai miei tempi, avessero detto che l’autista di Craxi aveva delle società all’estero? Apprendo mentre scrivo di una sciagurata considerazione del comico, rappresentante internazionale dell’Italia, sulle latitanze. Se fossi il figlio di Bettino andrei a cercarlo e lo schiaffeggerei.
Un sistema elettorale aberrante.
Il NSDAP Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei (Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori) alle elezioni legislative del 31 luglio 1932, confermò la sua posizione di primo partito della Germania, con il 37,3 % dei voti, creando il più grande gruppo parlamentare del Reichstag (parlamento tedesco). Hermann Göring, braccio destro di Hitler dal 1923, ne diventò il capogruppo. Il culto di Hitler era diventato, in meno di due anni, un fenomeno di massa che coinvolgeva quasi un terzo dei tedeschi (per maggiori informazioni cfr. la voce NSDAP su Wikipedia).
Questa riflessione mi sembra utile per chiarire due principi: essere eletti a suffragio universale non significa nulla; essere leader di un gruppo maggioritario non attribuisce a priori la definizione di “persona come si deve”. In Italia da svariati anni tutti i capi di partiti e movimenti si spartiscono i posti migliori e hanno stabilito delle regole elettorali che garantiscono una rielezione perenne senza neanche la necessità di fare la campagna elettorale. Se ci fossero state queste regole quando facevo politica sarei stato un parlamentare a vita. Certo se fossi rimasto potevo riciclarmi come hanno fatto alcuni “compagni” del mio partito, ma non è veramente nella mia natura, anzi credo che la mia più grande vittoria sia quella di non dover più frequentare certi individui.
Una considerazione infine su alcune personalità che occupano, con le loro dichiarazioni, le prime pagine dei giornali della penisola. Non mi sembra di aver visto, tra le cinque discipline elencate da Alfred Nobel per l’attribuzione dei premi della Fondazione da lui creata, la politica e il canto.
Il filmato del cantante sud-coreano Psy, re dei social networks, è stato visto da un miliardo di persone, ma è molto probabile che tra due o tre mesi nessuno si occupi più del fenomeno.
Personalmente penso che non siano degni di fiducia i movimenti originati da Facebook e simili, siti internet che sono ricettacoli di gente alla ricerca di esperienze, lavori, amori e sesso virtuali: la realtà è un’altra cosa.
Molto interessante. Condivido in larga misura. Purtroppo c’è da chiedersi come mai certi movimenti e certe leadership impresentabili in Itialia abbiano avuto e abbiano ancora tutto questo successo. Ciao Roberto. G