Genova 6/4/93
Caro Roberto,
Avrei voluto telefonarti ma pensando di poterti disturbare non l’ho fatto. Però sento il bisogno di dirti il mio dispiacere per quanto ti é accaduto. Se c’era un ragazzo pulito, lontano dal sistema, eri TU. E ti dirò che quando mio marito aveva letto sul giornale che avevi assunto una posizione nell’Efim e me l’aveva detto, volevo scriverti due righe ma non l’ho fatto perché sentivo che non era buono per te.
Posso capire che sei cresciuto nel partito e sono steps forse inevitabili. Ma tu avevi un potenziale da salvaguardare, eri diverso e non dovevano coinvolgerti.
Io spero tanto che possa venir dimostrato la persona per bene che sei sempre stato e che tu possa ancora impegnarti con le vere qualità che possiedi e che per primo, ne sono certa, desidereresti poter applicare.
Ho un ottimo ricordo di tua mamma e come nonna ho sentito di rivolgerti un affettuoso e sincero augurio che questa tempesta passi veloce e che tu possa presto tornare sereno nel lavoro e nella tua famiglia.
Coraggio, Roberto, perché il domani, come ce lo auguriamo tutti, ha bisogno di persone come te.
Quando sarà tutto passato e ne avrai voglia, sentiamoci.
Elena
Questa lettera ha per me un valore inestimabile: solo conoscendo tutto quanto si potr